Il Museo Arcivescovile di Ravenna
Musei Diocesani
Sabato 6 febbraio si è inaugurato il Museo Arcivescovile di Ravenna. Una sede di assoluto prestigio architettonico che ingloba nel percorso espositivo l'antica cappella dei vescovi di Ravenna che risale al tempo del vescovo Pietro II (494 - 519) e conserva rilevanti mosaici del VI secolo. Allo stesso secolo appartiene l'altro indiscusso capolavoro del Museo Arcivescovile: la Cattedra eburnea del vescovo Massimiano. Si tratta del più prezioso monumento d'intaglio in avorio del mondo antico oggi custodito all'interno di una teca climatizzata. Oggetto preziosissimo e altrettanto delicato probabilmente è l'opera che identifica il Museo.
I lavori di ripristino sono stati finanziati dal Ministero per i Beni e le Attività Cultuali e seguiti dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici di Ravenna con il Coordinamento della Direzione Regionale per i beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia Romagna.
Il Museo Arcivescovile, nel nuovo allestimento, rispetta la metodologia usata dal vescovo Farsetti che, alla metà del XVIII secolo, pensò di raccogliere e ordinare i reperti che emergevano durante la demolizione della cattedrale paleocristiana, organizzando così il primo nucleo della raccolta.
L'odierno percorso museale punta comunque su una riscoperta dei valori cristiani - che qui davvero arrivano alle radici della moderna Europa - a cominciare dal pannello che troviamo sulla porta d'ingresso con il saluto di Sua Ecc.za Giuseppe Verucchi, attuale Vescovo di Ravenna. Non un'introduzione sui percorsi stilistici o storico artistici delle collezioni. Saluta semplicemente il visitatore e lo invita a tenere memoria del bello che contraddistingue questa particolare Chiesa cristiana.
Seguendo uno stesso filo conduttore, anche i pannelli al primo piano del museo, nelle cui sale sono ospitate oreficerie, dipinti, arredi sacri, e gli antichi mosaici provenienti dall'antica Cattedrale, sono introdotte da altri pannelli che più che descrivere un percorso stilistico tentano di suggerire la via maestra che vuole guidare il visitatore: la riscoperta dei valori cristiani che si celano in ognuno dei manufatti presenti nelle sale.
Il tutto accompagnato da un innovativo progetto di integrazione, al momento forse unico in Italia. Accogliendo la proposta avanzata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, diretta dall'Architetto Carla Di Francesco, il museo presenta un primo percorso che punta all'Integrazione delle disabilità attraverso la Cultura. Un ambizioso e innovativo progetto culturale, coordinato dallo storico dell'arte Franco Faranda, che si propone l'accessibilità della Cultura superando quelle barriere, soprattutto comportamentali, che di fatto impediscono l'accesso in un museo ad una persona priva di vista o dell'udito e, più banalmente, alle tante persone con le quali lo studioso, il titolare di un museo, non riesce a intavolare un proficuo scambio culturale.
Prima tappa, già operativa, punta all'integrazione delle persone non vedenti. Ogni pannello di sala è sovrascritto anche in braille. Dunque è "tri-lingue": Italiano, Inglese e Braille. Completa questo percorso un rilevo tattile della Madonna Orante, celebre mosaico del 1112, proveniente dall'Antica Cattedrale. Il rilievo consentirà di percorrere con il tatto i volumi dell'opera e la postura della Vergine. Un pannello "tri-lingue" aiuta il non vedente a percorrere i volumi dell'opera. Un rilievo tutto realizzato al computer dai tecnici di un'industria romagnola, la Protesa di Imola che risponde alla temporanea crisi del mercato, innovando e mettendo a frutto gli eventuali tempi morti della tradizionale produzione. Accanto al rilievo un frammento di mosaico per consentire a tutti di percepire anche la "materia" con cui è realizzata l'opera.
Sottolinea Mons. Guido Marchetti, responsabile del Museo Arcivescovile e coordinatore di tutti i lavori, che il percorso per non vedenti è solo la prima tappa, ancora da perfezionare e da estendere al maggior numero di visitatori possibili. Sono allo studio visite guidate periodiche per non udenti, percorsi per le disabilità psichiche, attenzione ai nostri anziani perché conviti che un museo deve offrire delle opportunità di arricchimento a tutte le persone e noi vogliamo parlare prima che ad altri alle tante persone che, fino a questo momento, sono rimaste ai margini di questo fantastico mondo fatto di suggestioni, testimonianze, di radici culturali davvero cristiane.
L'inaugurazione è per noi solo la prima tappa di un cammino di conoscenza per rileggere i nostri capolavori e scoprire in ognuno le consequenzialità cristiane che da sempre declamano e che, alle volte, vengono sottaciute a vantaggio dei pur rilevanti valori estetici e stilistici.
Ma se ci limitassimo a questo, un museo Arcivescovile o Diocesano non avrebbe un gran significato. La nostra Madonna Orante, mosaico che proviene dall'Antica Cattedrale, interesserà certamente per la sua provenienza bizantina o veneziana, ma è per noi il segno del legame della nostra Chiesa con Maria. Le sue mani elevate nella "preghiera continua" non sono il frutto di un'originalità o una consuetudine stilistica, ma il modo con cui la comunità cristiana del primo millennio ha inteso sottolineare il ruolo di intercessione perpetua della Madre del Cristo.
Gli argenti, i paramenti liturgici, i pochi dipinti esposti, documentano il cammino della nostra Chiesa fino a tempi a noi recenti. Andranno magari sostituiti nel corso dell'anno per accompagnare i vari tempi liturgici e rendere così il Museo vivo e in sintonia con la Chiesa che in Cattedrale celebra la Divina Liturgia e in queste sale mostra quasi 2000 anni del suo cammino.
Opere tanto antiche eppure ancora attuali perché ancorate alla grande storia della Chiesa che qui parla soprattutto attraverso i suoi Vescovi. Ad un Vescovo si deve la cappella, ad altro Vescovo i mosaici della cattedrale, un terzo Vescovo ordina la prima raccolta e la mette a disposizione della sua Chiesa, il nostro Vescovo apre ancora una volta le porte della sua casa e saluta i visitatori che entreranno in questa sede che sarà luogo di incontro e di dialogo.