MIBAC
Integrare e accogliere tutti.
Dall'incontro con le tante problematiche legate alle così dette disabilità, è nata la volontà di proporre un metodo per provare ad integrare, attraverso la Cultura, persone con difficoltà motorie o sensoriali.
L'iniziativa si è sviluppata anche perché convinti che una struttura museale possa fare molto per integrare grazie al costante rapporto con la bellezza che è armonia di colori, perfezione di forme offerte all'utente perché possa fruirne in relazione alle sue capacità.
In un museo c'è posto per tutti: dall'anziano analfabeta al giovane studente, al docente di alta professionalità così come deve esserci posto per un non udente, un non vedente, una persona con disagio psichico.
Primo passo, fondamentale eppure del tutto banale, è costituito dall'abbattimento di tutte le barriere architettoniche. E'strano che debba sottolinearsi ancora questo aspetto, ma mancano ancora strutture adeguate che permettano l'accesso in sicurezza ad una persona in carrozzella e, più semplicemente, ad una mamma con il passeggino.
Ed introduciamo un aspetto mai valutato a sufficienza: non stiamo parlando di ingressi per "disabili", ma di ingressi per tutti. Bisogna superare la logica della separazione e puntare su accessi utili a tutti. Ed è per questo che è necessario abbandonare - anche se ancora non realizzata sul territorio nazionale - l'idea dell'ingresso "riservato" ai disabili o diversamente abili e studiare semplicemente un ingresso che serva tutti.
Il compito non è facile dal momento che stiamo pensando a palazzi storici, ma bisogna lavorare in tal senso. Poi, senza farne un dramma o un assioma, si valuterà caso per caso e si punterà sulla soluzione più idonea. Bisogna però lavorare per un cambiamento di mentalità e considerare il disabile la persona della porta accanto o di casa nostra, non un fenomeno che solo occasionalmente ci tange.
Un accesso pensato per tutti con una rampa molto più dolce dei limiti di legge, dotata di porta automatica che si apre in presenza dell'utente, che consente di accedere alla Pinacoteca senza dover salire scalini o spingere battenti.
Accedere non è che il primo passo: all'utente bisognerà offrire delle possibilità per orientarsi in modo che si senta subito accolto. E' necessario lavorare sia sull'utenza che sul personale in servizio per superare la logica del "custode-guardiano". Il custode diventa il primo anello dell'accoglienza. Capire l'esigenza dell'utente, farlo sentire subito a casa propria è un obiettivo da darsi.
Altro aspetto è l'integrazione: qualunque sia il progetto pensato per accogliere bisognerà evitare di "separare". I percorsi vanno pensati in maniera corale: un non udente o un non vedente e ogni altra diabilità o disagio debbono essere vissuti dentro le sale assieme a tutti i visitatori alla ricerca di un'osmosi che serva agli uni e agli altri.