Lo sfondo per la sacra rappresentazione - San Colombano - la Crocifissione

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Lo sfondo per la sacra rappresentazione

la composizione
Un confronto
L'insieme
Immagini ad alta definizione
Immagini ad alta definizione
Riferimenti romani
Descrizione

Questa sacra rappresentazione che inquadra la crocifissione in un calcolato gioco di volumi delimitati da un sipario e un fondale, non può trovare riscontro tipologico nei crocifissi di Giunta né tantomeno lo trova nei discussi dossali variamente attribuiti a scuola o al maestro.

Trova più di un riferimento compositivo con quella cultura romana che tanto ad Anagni, nella cripta di san Magno, che a Roma, nel ciclo dei mesi ai Santi quattro coronati, racchiudono le rappresentazioni tra un sipario e un fondale. Sull'immaginario palco, costituito da una stretta striscia di terra, le figure romane si muovono però su un piano orizzontale, senza che i personaggi accennino alla tridimensionalità. È interessante osservare le analogie formali tra la nostra crocifissione e queste articolate e complesse raffigurazioni. Analogo, ad esempio, il filo bianco che delimita figure, alberi e i colori del fondale. Simile anche la ripartizione del fondo. Del tutto diversa la capacità spaziale del nostro pittore che oltre a curare la tridimensionalità dei dolenti, sopravanza la cornice con il legno della croce. Novità non da poco rispetto alle raffigurazioni romane alle quali lo avvicinano anche alcuni caratteri fisionomici come il caratteristico profilo delle labbra trapezoidali della Vergine, simili alla croce di Assisi, ma a Bologna maggiormente evidenziate. Un motivo ricorrente nel ciclo dei mesi nell'Aula Gotica del monastero dei Santi Quattro Coronati come del resto le decorazioni rilevate sulle aureole del nostro affresco. Elementi significativi eppure solo marginali all'impianto compositivo, ben altrimenti strutturato e con delle fisionomie del tutto innovative rispetto al ciclo romano.

La scena è impostata su un alto zoccolo dipinto con un motivo a spina di pesce, quasi una tovaglia d'altare. È delimitata esternamente da una triplice cornice dipinta, centinata, nei colori rosso bianco e blu con il blu quale cornice più esterna. Una cornice che funge da sipario all'immaginario palco sul quale poggiano le tre figure circoscritte da un fondale verticale suddiviso orizzontalmente in tre ampie fasce colorate dal basso verso l'alto nei colori ocra, verde e azzurro. Ognuno dei colori è separato da un sottile filo bianco a calce che delimita verticalmente anche il legno della croce e la triplice cornice esterna. Dalle due fasce basse del fondale, si innalzano due spesse cornici centinate che lo demarcano. Lo spazio tra la cornice-sipario esterna e il fondale costituisce un' approssimativa gabbia prospettica che racchiude il palco occupato dalle figure di Maria e Giovanni colte in una posizione che suggerisce la tridimensionalità. La croce, viceversa, è posta al di qua della cornice-sipario, come mostrano i bracci laterali sovrapposti alle cornici, accentuando così il senso di profondità spaziale della composizione. Le due figure laterali si presentano asimmetriche rispetto alla cornice esterna con Maria addossata alla stessa come se avesse appena fatto il suo ingresso sul palco dalla quinta di sinistra. Giovanni è abbondantemente dentro la scena, leggermente arretrato rispetto a Maria, perfettamente impostato sul fondale, mobilissimo nella rotazione del busto che gli consente di volgere lo sguardo verso il Cristo mentre le gambe sottolineano la dimensione frontale.
Così come il braccio laterale della croce sopravanza la cornice è probabile che superiormente, il cartiglio appena visibile, non costituisse il terminale, ma fosse sormontato dal palo verticale che anche in questo caso, sovrastava la centina superiore. Il restauro ancora in corso potrebbe consentire il recupero di ulteriori tracce che potranno confermare l'accennata ipotesi ricostruttiva.

 
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