17 - le meretrici convertite in Todi dal Santo - chiesa dei servi

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17 - le meretrici convertite in Todi dal Santo

Affreschi portico > storie san Filippo Benizzi
il pittore
Il “Mitelli Giovane” ricordato da Malvasia quale autore dell’opera altri non è che Gioseffo Maria Mitelli, figlio del noto Agostino, probabilmente accettato tra i membri dell’Accademia Clementina anche perché figlio di cotanto padre. Con questa considerazione infatti Zanotti introduce la biografia del giovane Mitelli, quasi scusandosi e implicitamente riconoscendo nelle sue opere una qualità artistica inferiore, oggi sarebbe meglio dire diversa, rispetto a alla media degli Accademici bolognesi. Le opere a lui riconducibili sono pochissime anche perché svolse la sua attività nell’ambito dell’incisione, quale copista dei grandi maestri del passato nonché “inventore” di fortunate serie di “giochi dell’oca” con gradevoli figure che caratterizzano le varie caselle. Le altre sue opere, quando riconosciute, sono legate a “paesaggi” con figure tratte dagli stessi modelli che contraddistinguevano i suoi giochi o il suo “alfabeto” animato. La grande lunetta per il portico dei Servi riveste anche per questa rarità una specifica rilevanza non separata da una qualità pittorica che non era certo infima. Nelle tre “azioni” sceniche in cui è suddivisa l’opera, quasi un racconto in tre atti, è possibile cogliere le diverse fonti ispiratrici riconducibili all’opera grafica del Mitelli, tanto da poter confermare senza dubbi l’attribuzione del Malvasia. Ne fa fede soprattutto il popolo di Todi che esce dalla città con in mano fronde di ulivo e palme, per andare incontro al beato Filippo e ai suoi frati.


i cittadini di Todi corrono incontro al Santo
LE MERETRICI CONVERTITE IN TODI DAL SANTO, SONO DEL MITELLI, IL GIOVANE.
Il buon Filippo, nella sua qualità di Generale dell’ordine, conferisce con il Papa ed ottiene nuovi privilegi per l’ordine e le sue chiese. Sulla via del ritorno da Roma, trovandosi tra Perugia e Todi e avvicinandosi a Todi, meditando sulla prossima gloria celeste che lo attendeva dopo la morte, fu improvvisamente distolto dai suoi pensieri da una turba di gente che gli corre incontro.

primo quadro
Turme di donne, d’huomini, e di fanciulli insino del clero, e di tutta la nobiltà che con molto desiderio aspettandolo, correvano a introdurlo nella lor Terra, con volerlo honorare in quella guisa che si farebbe a un Santo Profeta, e gran Servo d’iddio: E veramente che quel modo di riceverlo fu molto insolito, e nuovo anzi degno di scriversi come un miracolo, che una intera città così all’improvviso, senza saper gli uni degli altri si commovesse ad incontrarlo, come se e’ fusse stato qualche trionfante Eroe; poscia che altri svegliendo [svellendo] rami d’ulivo, e d’altre frondi; altri spargendo quella contrada di fiori, che con liete voci gridando e chi cantando Benedictus qui venit in nomine Domini, tutti gli dimostravano gran segni di benevolenza, e d’honore mescolato di pietà cristiana: E ben si parve in quel punto che la divina Providenza inspirasse la mente di que’ divoti popoli a riconoscere il B. Filippo come perpetuo Avocato, e Conservadore de la lor città.



i cittadini di Todi con inserite figure tratte da incisioni del Mitelli
Le figure sono  tratte dalle fortunate incisioni dei “giochi” del Mitelli; hanno la stessa eleganza qui solo arricchita da velocissimi tratti di colore. Nella galleria di immagini alcuni confronti.
il santo cerca di evitare la folla che lo acclama

Sentito il clamore che accompagnava il popolo festante e avendo capito che il festoso corteo era per lui

secondo quadro
… che tal cosa non si saria già mai aspettato, come nimicissimo delle lusinghevoli vanità di questo mondo, scoperti così all’improvviso questi nuovi applausi grandissimo dispiacere se ne prese, con replicar spesso tra se medesimo Soli Deo, Soli Deo honor et gloria. Così presosi buon partito di schifare a tutto suo potere quell’incontro sen’usci di strada, lasciandosi dietro le Piagge di Borgo nuovo, e la porta di Santa Croce anticamente detta Porta Ravennatium, con prendersi la via per la Croce di Montesanto dal Borghetto lungo la riva del Tevere, e riuscirsene nella strada principale d’Orvieto per entrare alla sconosciuta in Todi dalla Porta della Valle: ma in avvicinarsi alle mura …

... Le vie degli uomini non sono quelle del Signore e se i cittadini fanno festa per accogliere il Santo e il Santo scappa per non essere onorato, entrambi stanno lavorando per un altro obiettivo, sconosciuto ad entrambi, che stiamo per incontrare ….



l'incontro e il dialogo con le meretrici di Todi
l'incontro tra i frati e le meretrici

terzo quadro

Per lo che rincontrandosi per que’ tragetti in due assai sfacciate femmine di mondo, gli cascò nell’animo di fermarsi a procurar la lor salute: queste donne vedendosi così fuor di mano sopragiunte da que religiosi hebbero e per lor solita sfacciatezza si poca vergogna d’affrontare con lusinghevoli e bene acconcie parole secondo i lor malvagi costumi que’ suoi compagni e tentargli di peccato, come quelle che di leggieri sponevano il corpo loro sfrenatamente ad ogni sorte di persone. A queste povere Meretrici fattosi incontanente innanzi il venerando Padre si pensò con gran fidanza dell’aiuto divino por qualche rimedio a cotanto lor male con simiglianti parole.

...(meschinelle che voi siate) per un poco di piacer sensuale mescolato con tanta disonestà e sorditezza giucarvi per sempre il Paradiso con l’infelice acquisto d’un perpetuo inferno? … Su su dunque, Sorelle mie riducetevi un poco a conoscer la miseria vostra, e come con la perdita dell’honore, e col pericolo dell’Anima stia sopra di voi pendente il coltello dell’ira divina. E risolvetevi da vero, e non con questo poco di rossor femminile, ne con queste finte lacrime di vergogna, che vi piovono dagli occhi, ma più tosto con pianto di vera contrizione …. Riconoscete dunque hormai Sorelle carissime la miseria vostra, non indugiate più ….
Queste parole furono come tante infocate saette a penetrare il cuore di quelle cattivelle, le quali senza più ardir di rimirare in quel venerando aspetto, che a loro pareva come d’angelo minacciante la lor rovina, tutte a capo basso confuse in quel punto e avampando di vergogna nel volto altro non seppero che piangere, e cheidere merchè per amor di Cristo con incolpar di simili errori la necessità, e povertà loro, che così l’avesse condotte per la mala via”.  …. E il frate “ esortandole con caldo affetto, che in questo meso si raccomandassero di cuore a Dio, perciò che egli sperava  esse non solo non dover più peccare, ma convertirsi interamente della loro mala vita, e tutte d’arsi a Dio. Così confortate quelle miserelle, e dal B. Filippo partitesi andarono per tutti que’ luoghi publicando a guisa della Samaritana, che non un huomo, ma un’Angiolo apparso loro l’haveva ridotte a pentirsi, e piangere i loro passati errori.



Lo stesso brio dei cittadini che vanno incontro al Santo anima le due “meschinelle” dipinte con brio, attente agli accessori, come le belle scarpette alla moda, l’abito ben sfumato e caratterizzato dall’orlo ricamato. Quando il colore c’era doveva essere davvero gradevole il contrappunto tra l’incarnato del petto e le camicie plissettate; le espressioni dei volti che ritrovano una silente pudicizia sottolineata dal civettuolo accostare del fazzoletto alla guancia. Stando a quest’opera, l’artista appare più significativo rispetto alle opere che ci sono pervenute e al giudizio che di lui ci ha lasciato lo Zanotti. Un pittore diverso dal padre e che probabilmente ha avuto un proprio significativo percorso adesso affidato, purtroppo, soprattutto a questa superstite opera.
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