Giovanni da Modena - Crocifisso dalla chiesa di san Francesco a Bologna - san_francesco

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Giovanni da Modena - Crocifisso dalla chiesa di san Francesco a Bologna

Basilica di san Francesco

Una croce “eccentrica” degna del maestro cui è attribuita senza riserve: Giovanni da Modena. Ultimamente datata negli stessi anni della cappella Bolognini in san Petronio, nel secondo decennio del XV secolo, qui interessa per le novità iconografiche per le quali non è più possibile parlare di richiami a Giotto.
Inseriamo la croce nell’itinerario giottesco perché abbiamo notato la stretta somiglianza tra i chiodi “restaurati” della croce depositata nella biblioteca della Basilica di san Francesco (n. 3 dell’itinerario) e questa croce, eseguita in origine per la stessa chiesa francescana come del resto conferma la figura del Santo ai piedi della croce. Analogie che si estendono ai rivoli di sangue che corrono lungo i bordi delle braccia al punto da poter pensare ad un “restauro” dell’antica croce proprio in concomitanza con l’arrivo in Basilica di questa nuova croce.
Straordinario il modello del Cristo scorciato prospetticamente e visto frontalmente, caratterizzato dai lunghissimi capelli sciolti sulle spalle, simile ad una Maddalena.

le stimmate di Francesco

Il santo infine è un santo moderno, consono ad un ordine che fa ormai parte del tessuto della città e figura universalmente nota e accettata. Sono ormai sparite le prime vite scritte subito dopo la morte del Santo. Vige l’immagine tramandata da fra Bonaventura e nessuno conosce più il dibattito dei primi decenni sapientemente censurato e del tutto dimenticato, e l’immagine del santo è rassicurante anche nelle sembianze
Si confronti questa immagine con l’altra ai piedi dell’altra croce che è all’ingresso della Pinacoteca. Si osservi come è radicalmente mutato anche l’aspetto fisico. Giovane e anche poco ascetico, più cavaliere che mistico, il nostro Francesco si “mostra” sotto la croce mentre viene “insignito” delle stimmate presentate più come un’onorificenza che la conclusione di un aspro percorso mistico e ascetico. La faccia imberbe ci ricorda (ma quando Giovanni da Modena dipinge, forse nessuno più ci pensa) il dibattito degli anni in cui Giotto propone le due sembianze del santo : con e senza la barba. Allora erano aspetti che specchiavano due modi di vivere la figura di Francesco che trovavano riscontro e anche dispute accese tanto dentro l’ordine che tra popolo, mercanti e nobili che in parte avevano personalmente conosciuto il frate di Assisi e che comunque avevano incontrato persone e frati che lo avevano visto.
Quando la nuova croce entra nella basilica del santo a Bologna, negli anni 20 del XV secolo, è questa la rassicurante figura che ha reso possibile la diffusione del messaggio di Francesco e in certo qual modo anche il suo travisamento.

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