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sant'Agostino (354 - 430), che è come dire, fino alle radici stesse del cristianesimo in occidente. Siamo ancora nel 414 quando Agostino scrive la seconda parte del commento al Vangelo di Giovanni, e il cristianesimo vive in occidente una stagione di radicamento culturale e per immagini già ampiamente diffuse, anche se ormai quasi del tutto scomparse.
Agostino osserva che la Croce sulla quale è stato posto il Cristo se "ben consideri, la croce stessa fu un tribunale: il giudice posto in mezzo, ai lati il ladrone che credette e fu assolto (cf. Lc 23, 43), e il ladrone che insultava Gesù e fu condannato. "
Precedentemente possiamo ricordare il vessillo della croce che la tradizione vuole che Costantino esponesse prima della famosa battaglia di Ponte Milvio del 312. Ma si tratta di una croce gloriosa. Un'insegna priva dell'immagine del Cristo.
nelle ampolle provenienti dalla terra Santa, oggi custodite nel tesoro del duomo di Monza, il tema della Croce sia interpretato in chiave simbolica, evitando l'esposizione del corpo di Cristo almeno in 12 delle 16 ampolle. Si nega l'immagine del Cristo Crocifisso, ma non il mistero della Croce. Essa è praticamente presente su ogni ampolla: il volto nimbato di Cristo appare sopra la croce, in un'altra raffigurazione il Cristo, rivestito di una lunga veste è raffigurato a braccia aperte, come se fosse in croce, ma manca la croce.
La possibile fonte agostiniana dei primi decenni del V secolo (414), la difficoltà che probabilmente c'è ancora nelle ampolle di Monza a raffigurare il cristo crocifisso, sembra del tutto superata in un'altra fonte della seconda metà del secolo che viceversa canta liturgicamente questo mistero. Sarà Venanzio Fortunato (530 - 607) con i suoi inni - e soprattutto con il vexilla regis - a visualizzare poeticamente un'immagine che corrisponde a quella del Cristo eretto sulla croce.
"I vessilli del re avanzano, rifulge il mistero della croce, sul quale patibolo è appeso il creatore della carne, fattosi carne;
Rispetto al commento di Agostino - scritto con altri intenti - questo è un inno sulla croce e sul Crocifisso che ci permette quasi di visualizzare questa immagine della seconda metà del V secolo. Un corpo che diventa bilancia consentendoci di immaginare questo corpo al centro del legno della croce, perfettamente in equilibrio sulla stessa. È la stessa immagine di Agostino "il giudice posto in mezzo" dice Agostino e, replica Venanzio "la Croce divenne bilancia del corpo".