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Agli inizi del XIII secolo la pittura testimonia un cambio, quasi repentino, nella effige del Cristo crocifisso. L'immagine di un Cristo regale, che apre le braccia sulla croce indifferente al supplizio e dalla croce parla al credente da Re e Signore dell'Universo, tende a mutare velocemente in quella che comunemente è stata identificata come la prima rappresentazione di un Cristo raffigurato morto sulla croce. Un capovolgimento di valori e iconografia che, anche per il secolo in cui avviene, estremamente legato ad un'ortodossia figurativa, non può che essere il segno di un profondo e radicale mutamento teologico sul quale però poco sappiamo. Una raffinata studiosa, come la Sandberg Vavalà, il cui testo sulla "Croce dipinta italiana", è ancora insuperato per le puntuali analisi nell'indagare le variazioni iconografiche della croce, davanti a tale mutamento non trova di meglio che pensare ad una lenta penetrazione di un modello bizantino che prende il posto, senza particolari motivazioni, dell'antica iconografia .
Il nuovo modello appare in pittura con i primi decenni del XIII secolo, quando in oriente, tanto l'oriente costantinopolitano che delle province, era ormai in uso da più di un secolo e rappresenta l'estrema evoluzione di una iconografia che era stata preceduta, anche in oriente, da un Cristo regale pur nella doppia versione del Cristo nudo rivestito dal perizoma e del Cristo vestito con il colobio, una lunga veste con la quale lo troviamo anche a Roma in un affresco dell'VIII secolo e nel celebre crocifisso di Lucca. E' questa un'opera iconograficamente rilevantissima, ma della quale non tratteremo in questa sede, volendo approfondire il percorso della croce dipinta.
Cosa ha determinato un cambiamento così rivoluzionario che sembra consumarsi nello spazio di un trentennio? C'è dietro l'immagine un pensiero forte o è davvero solo un lento adeguarsi ai modelli dell'oriente? Ma perché questo adeguamento ha un immediato sopravvento sul modello più antico, e dopo un periodo di adattamento che durerà circa venti anni, si impone con le croci di Giunta Pisano e poi con Cimabue? E dietro il Cristo regale quale pensiero si cela e da quando è viva questa iconografia?
Domande destinate a restare senza una risposta certa, ma che consentono comunque qualche considerazione.