Nella cappella Bolognini la raffigurazione dell’elezione di petronio a vescovo di Bologna è preminente sulle altre storie sia per la posizione, in alto sopra le vetrate a chiusura della parete, sia per la complessità della rappresentazione. All’arrivo di Petronio il Papa era in concistoro con i cardinali e contemporaneamente arrivano nella sala Petronio e una delegazione di dignitari bolognesi che portano la notizia della morte del vescovo di Bologna Felice. Celestino I ha così conferma della veridicità del sogno fatto quella notte e dopo aver informato i presenti “consagrò miser san Petronio vescovo de la citade de Bologna”. Ancora più puntuale la narrazione della vita latina alla quale sembra ispirarsi tanto lo smalto che l’affresco, cogliendo l’attimo in cui “Celestinus tenens virgam in manu, sic loquendo porrexit …” Il vescovo che alla destra del pontefice tiene tra le mani un’epigrafe con il nome del pontefice regnante Giovanni XXIII ha fatto anche pensare che non fosse raffigurata l’elezione di Petronio, ma quella del vescovo Giovanni di Michele, abate di san Procolo, eletto vescovo di Bologna dal Pontefice Giovanni XIII il 2 novembre del 1412. Il contesto rappresentativo, l’aureola attorno al volto del vescovo eletto e del Pontefice che lo nomina, la stessa fisionomia dell’eleggendo vescovo, confrontabile con altre rappresentazioni dello stesso ciclo, non consentono dubbi sul soggetto raffigurato: è Petronio nel momento in cui viene insignito della dignità vescovile da parte del pontefice Celestino I. Probabilmente la “storia” ci dice che le storie di Petronio sono state dipinte mentre era vescovo Giovanni di Michele e pontefice riconosciuto dai bolognesi Giovanni XXIII. A dirlo potrebbe essere lo stesso vescovo Giovanni di Michele che tiene tra le mani in cartiglio ed è rappresentato dallo stesso lato in cui altre figure contemporanee, la famiglia Bolognini, assiste supplice alla “sacra rappresentazione” dell’elezione di Petronio. L’identificazione del vescovo che regge l’epigrafe con Giovanni di Michele (sempre che sia lui) potrebbe ulteriormente precisare la data d’esecuzione degli affreschi della parete: 1412, anno dell’elezione del successore di Petronio e amico dei committenti Bolognini. Un bel modo per ricordare l’evento … sempre che sia vero. In ogni caso reputo l’ipotesi ragionevole.