l'elezione a vescovo di Petronio - storie Petronio

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l'elezione a vescovo di Petronio

Le storie
la rappresentazione sul reliquiario del 1383
cappella Bolognini
La conferma al sogno il Pontefice la riceve il giorno dopo. Giungono a Roma tanto la delegazione bolognese che annuncia la morte di Felice, vescovo di Bologna, che il corteo imperiale guidato da Petronio. Per il Pontefice è la riprova della veridicità del sogno e nomina Petronio vescovo di Bologna. Il “modello” dello smalto sarà ripreso da Giovanni da Modena nella cappella Bolognini. Osserviamo alcuni significativi particolari: il committente in abiti contemporanei e sul lato destro di chi guarda, un Vescovo. Forse che anche sullo smalto l’evento è reso contemporaneo tanto dal committente (anonimo) che dal vescovo bolognese del tempo? Anticipiamo così l’articolato racconto sviluppato sulla parete della cappella Bolognini che esaminiamo qui a fianco.
Petronio ha accanto a se un altro vescovo, non citato dalle due vite medievali. Secondo la Pizzi si tratterebbe del vescovo Felice, suo predecessore che compare accanto a Petronio -  forse solo spiritualmente – nel momento della sue elezione.
La raffigurazione si caratterizza per una bilanciata organizzazione spaziale animata dai diversificati atteggiamenti degli astanti. Un’organizzazione che ritroveremo analoga in un’altra formella, l’ultima, che a nostro avviso rappresenta la “concessione del privilegio di Teodosio”.

Nella cappella Bolognini la raffigurazione dell’elezione di petronio a vescovo di Bologna è preminente sulle altre storie sia per la posizione, in alto sopra le vetrate a chiusura della parete, sia per la complessità della rappresentazione. All’arrivo di Petronio il Papa era in concistoro con i cardinali e contemporaneamente arrivano nella sala Petronio e una delegazione di dignitari bolognesi che portano la notizia della morte del vescovo di Bologna Felice. Celestino I ha così conferma della veridicità del sogno fatto quella notte e dopo aver informato i presenti “consagrò miser san Petronio vescovo de la citade de Bologna”. Ancora più puntuale la narrazione della vita latina alla quale sembra ispirarsi tanto lo smalto che l’affresco, cogliendo l’attimo in cui “Celestinus tenens virgam in manu, sic loquendo porrexit …” Il vescovo che alla destra del pontefice tiene tra le mani un’epigrafe con il nome del pontefice regnante Giovanni XXIII ha fatto anche pensare che non fosse raffigurata l’elezione di Petronio, ma quella del vescovo  Giovanni di Michele, abate di san Procolo, eletto vescovo di Bologna dal Pontefice Giovanni XIII il 2 novembre del 1412.  Il contesto rappresentativo, l’aureola attorno al volto del vescovo eletto e del Pontefice che lo nomina, la stessa fisionomia dell’eleggendo vescovo, confrontabile con altre rappresentazioni dello stesso ciclo, non consentono dubbi sul soggetto raffigurato: è Petronio nel momento in cui viene insignito della dignità vescovile da parte del pontefice Celestino I. Probabilmente la “storia” ci dice che le storie di Petronio sono state dipinte mentre era vescovo Giovanni di Michele e pontefice riconosciuto dai bolognesi Giovanni XXIII. A dirlo potrebbe essere lo stesso vescovo Giovanni di Michele che tiene tra le mani in cartiglio ed è rappresentato dallo stesso lato in cui altre figure contemporanee, la famiglia Bolognini, assiste supplice alla “sacra rappresentazione” dell’elezione di Petronio. L’identificazione del vescovo che regge l’epigrafe con Giovanni di Michele (sempre che sia lui) potrebbe ulteriormente precisare la data d’esecuzione degli affreschi della parete: 1412, anno dell’elezione del successore di Petronio e amico dei committenti Bolognini.  Un bel modo per ricordare l’evento … sempre che sia vero. In ogni caso reputo l’ipotesi ragionevole.
 
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