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Maestro dei Crocefissi Francescani
(Croce sagomata con la Madonna tra Angeli, San Francesco e Sant'Elena) Datazione: 1254, circa
tavola cm cm.309 x 196
Secolo: XIII
Provenienza: Santa Maria del Soccorso detta del Borgo di San Pietro
Sant'Elena aggiunta di Jacopo di Paolo (Bologna, attivo dal 1380 al 1426)
La croce, già nella chiesa di San Francesco, viene trasferita nel 1801 nella cappella dei Malvezzi Campeggi in Santa Maria del Borgo.
Riferita all’ignoto artista vicino a Giunta Pisano venne modificata all’inizio del quattrocento con l’aggiunta laterale di una Sant’Elena attribuita a Jacopo di Paolo, poi nel corso del XIX secolo privata dei terminali, ora a Washington e del tondo apicale, perduto.
Lo schema della Croce sagomata ricalca la croce latina, impreziosito da estensioni in cimasa e suppedaneo, dall’ampliamento del tabellone che nel braccio verticale della croce ospita l’effige di Sant’Elena. In cimasa troviamo la Vergine orante, ovvero con le braccia alzate, tra due angeli. Sotto la Cimasa, l’Iscrizione: IHC NAÇARENUS REX IUDEORUM, tradotto: << Gesù Cristo Nazareno Re dei Giudei >> poiché il monogramma di Cristo è IHC o IHS, derivando infatti dalle prime lettere del nome greco di Gesù: iota, eta, sigma. La lettera eta viene traslitterata con la lettera latina H e la lettera greca sigma è traslitterata talvolta con quella latina S oppure C.
La figura di Maria Vergine, madre di Cristo e simbolo dell’Ecclesia, secondo la tradizione precedente era sempre collocata alla destra del figlio, mentre a sinistra compariva l’apostolo ed Evangelista Giovanni. In suppedaneo si nota la presenza di San Francesco inginocchiato ai piedi di Cristo, mentre riceve le sacre stigmate.
All’interno della croce, il cui braccio verticale presenta un’estensione di superficie impreziosita da decorazioni, compare il corpo di Cristo, in forte flessione. Il volto reclinato a destra ha tratti somatici mediorientali, con archi sopraccigliari allungati e ribassati, definizione accentuata delle rughe glabellari in prossimità della sella nasale e definizione scavata del viso, con accenno di espressione dolente sulle labbra. I capelli di Cristo divisi da una scriminatura centrale, disegnano ciocche allineate e ben raccolte, due delle quali scendono per posarsi delicatamente sulla spalla sinistra del redentore, disegnando rispettivamente due riccioli. La linea ideale che percorre il corpo del redentore è un arco. Scorgiamo nella sua postura una forte flessione del busto, in prossimità dell’addome, che inarca il bacino in rotazione da sinistra a destra. La flessione dell’addome dilatato accompagna il movimento curvilineo e ne enfatizza eleganza ed espressività: l’anca sinistra sporge maggiormente rispetto alla destra che si pone invece in posizione lievemente arretrata, più aderente alla croce.
La postura del corpo di Cristo, ad arco flesso, determina sia la definizione delle muscolature dell’addome e dei pettorali, sia la tensione dei muscoli inguinali. La forte geometrizzazione delle anatomie corrisponde ad una ricerca estetica che si fonda su un perfetto equilibrio tra rappresentazione ideale della morte e peso reale del corpo. Il plasticismo dei muscoli addominali e pettorali è complementare al grafismo che connota il nudo virile affusolato e volutamente rappresentato privato di peso specifico. Un perizoma disegnato magistralmente, mediante effetti luministici generati da fili di luce dorata che ne evidenziano panneggio e tridimensionalità, avvolge il bacino e lascia scoperte le gambe: la loro posizione è composta ma innaturale, a generare l’elegante postura divaricata dei piedi.
Sant’Elena, a sinistra di Cristo, con lo sguardo a lui rivolto è raffigurata incoronata poiché Imperatrice e madre di Costantino, e ritratta di profilo, con espressione meditativa, nell’atto di sostenere la croce con le proprie mani, ad alludere al ritrovamento della Vera Croce, per mezzo suo. La veste verde che indossa è sormontata da un manto rosa e l’incarnato del suo volto è chiarissimo, scaldato solo da un lieve rossore riscontrabile sulla gota sinistra che le conferisce delicata grazia muliebre.
Autore della scheda: Loretta Secchi
Curatrice del Museo tattile di pittura antica e moderna “Anteros”
dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza – Bologna