Le Madonne operose in Emilia - vitale

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Le Madonne operose in Emilia

Madonna del Ricamo > Iconografia
 
 
 
 

Quando ancora non si conosceva la Madonna del Ricamo il soggetto era stato individuato da Andrea Emiliani  nell'altarolo della Pinacoteca bolognese realizzato  dal giovane Tomaso da Modena nel 1348- 49, in un momento di poco anteriore alla sua partenza per Treviso (fig. 53) . Nel registro mediano vi compaiono la Madonna con un libro,  accostata alla Madonna del Latte, al centro, e appunto ad una  Madonna operosa, che 'fa la calza', con i ferri tra le mani (fig. 54): ancora i tre momenti dell'attività della Vergine che avevamo visto simboleggiati ad esempio nella tavola senese del Louvre
Franco Faranda suggerisce oggi un'ulteriore e affascinante precisazione circa il tema raffigurato da Tomaso: sul cuscino in grembo alla Vergine  si riconoscono infatti tre piccole matasse bianche  precedentemente interpretate come decorazioni, e il filo è palesemente visibile sul tessuto, anche se in traccia  .
Fino al riconoscimento della Madonna del Ricamo questa era la più antica, ed unica Madonna operosa conosciuta nel contesto  emiliano.
Oggi, dopo che il 'percorso' dell'iconografia è stato ricostruito nelle sue linee essenziali , la presenza del tema in Tomaso non ci appare più così nuova, considerato che a quelle date era già stata trattata almeno nelle ricordate opere toscane, e ancora prima proprio nella Madonna del Ricamo.
In un amichevole incontro Carlo Volpe confermava poi il collegamento al raro soggetto della raffinata Madonna col Bambino tra le Sante Lucia e Caterina, oggi conservata al Museo Poldi Pezzoli di Milano, realizzata dallo stesso Vitale intorno alla metà del '300  e ben nota agli studi sull'artista (fig. 55). Ricchissima è qui la profusione decorativa, sia nelle vesti, che nel tappeto fiorito su cui siede la Vergine: l'abito della protagonista, come nella Madonna del Ricamo, è attraversato da una fascia ornata,  ed è anche qui ben visibile l'elegante risvolto del manto.
In passato si era  parlato di questa elegante raffigurazione come di una scena giocosa, in cui 'si discorre di profumi' .
Il  tema effettivo non è stato a lungo riconosciuto soprattutto per l'errata lettura degli oggetti con cui il piccolo Gesù sembra in effetti giocare. Essi erano stati visti tradizionalmente come 'boccette da profumo', al contrario di quanto già scritto da Van Marle , che li aveva descritti come 'flasks', la parola inglese che significa fiaschetta ma anche rocchetto da cucito. Da qui l'errore ancor oggi non corretto nei cataloghi di lusso, il cui superamento consente di rendere questa immagine traccia preziosa nel percorso ricostruito dell'iconografia. Anche qui il Bambino aiuta la Madonna nel lavoro porgendole il filo, preso da uno dei rocchetti ordinati lì vicino, sul  tavolino da lavoro a due ripiani. Tra la mano del piccolo Gesù e quella della Madre la costruzione dei gesti fa pensare alla presenza di un ago , simile a quello che tiene fra indice e pollice la più antica Madonna del Ricamo.

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