Le Madonne operose con i rocchetti in Toscana - vitale

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Le Madonne operose con i rocchetti in Toscana

Madonna del Ricamo > Iconografia
 
 
 
 

Lo sviluppo parallelo della Madonna dell'Umiltà e della Madonna operosa è stato riconosciuto  in primo luogo ancora una volta in ambito soprattutto toscano. Ne costituisce importante conferma la sua riproposizione, in forme tra loro molto simili, in tre dipinti di ambito senese, della metà del '300. Si tratta di due tavole - la prima a Baltimora , già in collezione Hyland, l'altra oggi al Louvre  -, e di un dittico conservato nel Museo di Philadelphia, collezione Johnson (fig. 49),   dove quel soggetto è accostato a un San Gerolamo nello studio. In quest'ultima testimonianza, attribuita in passato a Tomaso da Modena, ma facilmente ascrivibile  a un senese degli anni ottanta, dietro la Vergine, come sempre allattante, si scorge un ripiano coperto da un'elegante tessuto: sopra, accanto ad un libro aperto, compare un contenitore su cui poggiano rocchetti colorati di filo. Il libro è spesso presente nell'iconografia mariana occidentale, e la sua comparsa accanto ai rocchetti, alle spalle della Vergine che allatta il Figlio, richiama tre diverse funzioni della figura di Maria. Accanto al suo ruolo in rapporto alle Sacre Scritture -indicato dalla raffigurazione del libro- e all'aspetto umano e materno esaltato nella Madonna 'lactans', la presenza dei rocchetti suggerisce il rapporto dell'immagine con la lettura simbolica della Madonna operosa. Anche negli altri due dipinti citati torna, quasi sigla identificativa della nuova versione dell'iconografia, un simile ripiano, dove pure si riconosce un contenitore di rocchetti colorati. In entrambe le composizioni troviamo anche il libro: nella versione del Louvre sta accanto ai rocchetti, in quella di Baltimora sopra il cuscino.
Ma la raffigurazione è in queste tavole ancora più complessa rispetto a quella che caratterizza il dittico: in esse infatti- a meglio specificare l'azione- accanto ai rocchetti compare un lavoro a maglia, abbandonato sul ripiano, con i due ferri ancora incrociati, quasi a testimoniare solo una pausa momentanea nel lavoro da parte di Maria, intenta ad allattare il Figlio. Nella versione del Louvre, nella cimasa, appare anche la figura dell'Eterno Padre tra angeli, che dall'alto benedice il Figlio inviando verso di lui un raggio di luce. Malgrado in queste figurazioni la Vergine non sia rappresentata nell'atto di lavorare, l'allusiva presenza dei rocchetti e dei ferri suggerisce di collegarne l'iconografia alla versione rinnovata dell'antico soggetto della Madonna operosa, quasi traduzione delle leggende apocrife nel nuovo, attivo  linguaggio della religiosità, soprattutto francescana .

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La tecnica

iconografia

 
 
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