cornice
La teca in rame argentato che custodisce l’icona e che viene sigillata con il sigillo del Vescovo di Bologna, nasconde la cornice che, sulle fasce verticali, è stata realizzata sulla stessa tavola su cui è dipinta la Vergine.
I sigilli sono stati rimossi una prima volta il 16 maggio 2011, per poter esaminare la tavola anche nelle parti protette dalla teca e pertanto non ispezionabili.
Sulle cornici laterali, quelle nascoste dalla teca, si evidenziavano numerosi fori da chiodi e un tarlo.
La tavola - come accade quasi sempre nella pittura medievale - è stata rivestita con una tela che, nei punti di incrocio tra le tavole è rinforzata con strisce di pergamena. I vari strati sono visibili sui lati, in alto e in basso, in corrispondenza delle cornici laterali.
Le cornici laterali sono realizzate con un motivo a rilievo in gesso e colla colorata in terra di Siena. Il motivo decorativo è costituito da girali ad andamento verticale con le volute alternate a destra e sinistra (figg. 1-2).
Questo motivo originariamente era rivestito da una lamina d'argento, forse dorata. Il rapporto cromatico risultava pertanto del tutto diverso da quello che possiamo osservare allo stato attuale.
Anche su quest’area si riscontrano micro frammenti colorati riconducibili ad un originario rivestimento metallico (fig. 3). In alto e in basso sono collocate due assicelle senza decori, di diverso materiale e con una differente situazione conservativa. L’assicella in alto è assicurata alla tavola centrale da due grossi e lunghi chiodi forgiati a mano (fig. 4) e si presenta del tutto decoesa dalla tavola principale (fig. 5). L’assicella inferiore è parzialmente legata alla tavola principale dalla stessa incamottatura in tela che riveste per intero la tavola dipinta (figg. 6-7). Questo non vuol dire necessariamente che l’asse inferiore fosse quella originaria perché l’incamottatura proveniente dalla tavola centrale potrebbe essere stata riutilizzata per meglio fissare una nuova asse al dipinto. È anche vero che quest’asse si presenta ben strutturata con le tavole centrali, mancano i lunghi chiodi che fissano l’asse superiore e in radiografia sembra di poter distinguere anche un antico cavicchio ligneo di raccordo con le tavole dipinte. In ogni caso già nel 1620, quando la tavola fu alloggiata entro la custodia in rame, l’opera presentava una struttura analoga a quella attuale dal momento che la teca è della stessa misura dell’attuale icona. Resta da capire perché, in alto e in basso, delle assi, comunque molto antiche, sono prive della decorazione a rilievo presente nelle due fasce verticali. In origine queste assi erano decorate come le fasce laterali? Non possiamo rispondere con certezza, ma due “storie” affrescate nel monastero macedone di san Marco di Skopie (fig. 8 -9) potrebbero aiutarci a capire perché queste assi non sono decorate. Le icone portate in processione, nelle due storie, presentano le due assi rivestite di drappi processionali. Un po’ come accade alla Madonna di san Luca quando viene in Cattedrale. Potrebbe essere che anche nella nostra Icona questi lati soddisfacessero un analogo bisogno e pertanto la decorazione non era né necessaria né opportuna. Un’ipotesi interpretativa che apre molte direttrici di ricerca che qui abbiamo solo enunciato.