il mantello e la veste della Vergine - Madonna di san Luca

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il mantello e la veste della Vergine

Teotokos
pulitura del maphorion
La pulitura del mantello indossato dalla Madre di Dio si è rivelata ricca di inaspettate sorprese soprattutto per il recupero di tinte molto luminose celate da vari strati di fissativo e ritocchi. Particolarmente bello il rapporto cromatico e le ombreggiature nel quadrante spalla - petto e soprattutto il recupero della fascia ben ombreggiata racchiusa tra la mano che indica della Vergine e quella benedicente del Cristo che qui presentiamo in sequenza.
il colore del maphorion
L’immagine presenta una originale gamma cromatica e peculiarità di stile che permettono di meglio definire il suo spazio temporale e culturale. Dopo il restauro emergono più le differenze che i punti di incontro con il patrimonio di icone mariane e nello specifico di Vergine Odighitria a me note. Del tutto atipico è, ad esempio, l’azzurro chiaro lumeggiato di bianco del maphorion. Molto diverso dall’azzurro intenso delle icone che propongono questo modello. Nel corso del XIII secolo, in occidente, le “Madonne con Bambino”, siano esse ispirate dal modello odighitria o dalla Vergine “Eleusa”, indossano un “mantello” sempre più scuro, fino a diventare blu notte, apparentemente nero, nelle Immagini di Duccio e dei maestri che lo precedono.
Anche prima, nei primi decenni del XIII secolo, il maphorion tende a inspessire la tinte e così appare nella splendida icona pubblicata da Lazarev che attribuisce l’opera a Berlinghiero Berlinghieri. L’Icona, nelle ombreggiature del maphorion, è di un azzurro intenso, ma ancora cangiante. La mano che indica è del tutto inclinata verso l’alto. Sembra appartenere allo stesso ceppo della nostra icona l’arcata sopraccigliare sopra la guancia destra, con il perfetto angolo retto e analoga spessa ombreggiatura.
Si osservi inoltre il bordo del maphorion sopra il capo con la parte centrale leggermente decentrata rispetto all’inclinazione del volto. Un motivo molto più accentuato nella nostra icona e che porterà nell’avanzato secolo XIII ad un perfetto parallelismo tra piega centrale del maphorion e inclinazione del volto. La Vergine di Berlinghiero sembra cogliere il momento evolutivo nello sviluppo del tema e la bolognese “Madonna di san Luca” appare, al momento, l’archetipo. Il panneggio del maphorion, sul capo, è del tutto svincolato dall’inclinazione del volto e la mano che indica è in posizione quasi parallela al busto, del tutto diversa dall’usuale inclinazione verso il petto a indicare il Cristo.
Allo stesso modo appare senza confronti il colore del maphorion che troveremo però nelle tuniche del Cristo e della Vergine dei grandi mosaici romani dell’abside di santa Maria in Trastevere della prima metà del XII secolo ; ed è a Roma che possiamo cogliere una trasformazione significativa del “tono” della veste della Vergine che nella seconda metà del secolo diventa più intenso, e nel mosaico dell’arco absidale in Santa Maria Nuova, eseguito negli anni 1165 – 67, la tunica della Vergine Odighitria in trono si presenta di un azzurro vigoroso . La Vergine non indossa il maphorion, ma solo la tunica ed è questa che assume la nuova colorazione. Cito l’immagine perché colgo un cambiamento nei toni e soprattutto è possibile constatare che precedentemente, in santa Maria in Trastevere, le tuniche del Cristo e della Vergine, sono cromaticamente simili all’Icona bolognese, mentre successivamente virano verso un blu intenso.

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