Le ipotesi della Martinelli
studi critici
l'immagine radiografica
La studiosa crede di ravviare nell’immagine radiografica una diversa icona posta sotto quella visibile. Immagine che, a suo avviso. è ascrivibile, per la forma, con immagini appartenenti allo stile metropolitano e trova puntuale riscontro con la Vergine tra san Giustiniano e Costantino della seconda metà del X secolo. Nota, limitatamente alla figura della Vergine, anche se di differente tipologia, una analoga "solenne, forte volontà ascetica delle due immagini, assieme alla larga macchia di luce sul mento, alla bocca dalle labbra entrambe accentuate e morbidamente rilevate. Anche l'occhio, fatte salve le constatazioni precedenti sullo stato di conservazione della tavola che proprio nella zona oculare ha sofferto i danni maggiori, sembra precisarsi con un analogo rapporto globo pupilla, anche se l'immagine costantinopolitana, del tutto frontale, ha lo sguardo parzialmente ancora affisso verso sinistra"
nella lettura stilistica la studiosa non manca di rilevare anche le differenze che - a mio avviso - il restauro ha reso ancora più tangibili pur non negando nell'immagine costantinopolitana una certa vivacità nello sguardo e mobilità del volto che pur frontale è arricchito da un gioco di sottili ombre che conferisce volume alle guance. Restano però distanti le composizioni proprio per il diverso intento di comunicazione mantenendo l'icona bolognese un atteggiamento inverato dalla leggera rotazione del busto e del volto oltre che dal particolarissimo sguardo, del tutto originario, con il caratteristico strabismo che non è alterato dallo stato di conservazione.
i riferimenti bizantini
In un percorso di avvicinamento al mosaico della Vergine tra Costantino e Giustiniano, il primo precedente è identificato nella madonna in trono del catino absidale di santa Sofia dell'867 e analoghe immagini in santa Sofia.
In ogni caso si tratta di osservazioni viziate intanto dai diversi materiali e dimensioni delle due opere (masaico e tavola). La differenza più rilevante - a mio avviso - resta nella tipologia dell'immagine (che non è di poco conto in un repertorio "bizantino") e nella posizione dell'immagine simmetrica e frontale del mosaico costantinopolitano che sembra configgere con la rotazione del volto e del corpo della nostra immagine, certo meglio dopo la pulitura.
Ultimo esempio in santa Sofia il mosaico della vergine tra Giovanni II Comneno e l'Imperatrice Irene, datato al 1118. L'immagine sembra comunque molto meno plastica e più rigida rispetto alla Madonna di san Luca pur conservando identici manierismi nella lumeggiatura del setto nasale.
… eppure, per quanto molto lontana, la Deesis mostra qualche collegamento con Bologna proprio nel movimento del volto. Ma si tratta - credo - di impressioni dovute alla diversa composizione.