Il soggolo della Vergine - origine del modello - vitale

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Il soggolo della Vergine - origine del modello

Le Madonne > Madonna regale
La Glimpa

Negli atti del convegno su Giotto a Bologna, appena pubblicati, Giovanna Ragionieri documenta l'origine di questo particolare copricapo femminile, comunemente chiamato soggolo e immaginato come un capo d'abbigliamento religioso. A Bologna lo vediamo per prima nel polittico di Giotto che - stando a Bellosi - conferisce alla Madonna l'aspetto profano da gran Signora. Andrea De Marchi lo collega alla moda parigina che Giotto potrebbe aver visto a Bologna piena di prelati e dignitari francesi al seguito di Giovanni dal Poggetto.

Giovanna Ragionieri dimostra che il capo d'abbigliamento ha origine - lo provano numerose fonti iconografiche e letterarie - in ambiente profano e della corte parigina. E' seguibile fin dalla metà del XIII secolo in alcune vetrate della sainte chapelle di Parigi ed è ricordato in fonti letterarie francesi come guimpe (roman de Rou e nel roman de Tristan).
Il termine italiano glimpa è presente in numerosi documenti siciliani e dell'Italia meridionale e i rapporti dinastici con la Francia e l'Italia meridionale e la Sicilia sono ben noti e presenti.
Già Giotto ne propone il modello in una figura degli eletti nel giudizio universale di Padova e Giovanni Pisano lo scolpisce nel monumento funebre di Margherita di Lussemburgo. Questa foggia era effettivamente adottata dalla moglie di Enrico VII, ma risultava inconsueta agli italiani come testimonia l'ambasciatore padovano Albertino Mussato. L'ambasciatore descriveva, nel 1311, questo copricapo... mentum et colla velum tegit circunductum Germano ritu (ricerca di Max Seidel). [al 1311 dunque la nota dell'ambasciatore padovano qualifica come d'uso germanico il particolare copricapo. Interessante questa migrazione del motivo in ambito italiano, probabile indizio di una attenzione e una "sudditanza" culturale verso le novità ultramontane.
Aver dimostrato la provenienza "laica" e femminile del modello applicato anche alla Vergine in trono, implica una riconsiderazione generale sulla "figura" di Maria.
Abbandonato lo schema dell'icona, nel momento in cui la Vergine indossa panni contemporanei e le sue espressioni sono sempre più carnali, è anche ovvio che per rivestirla gli iconografi abbiamo guardato alle vesti preziose indossate dalle donne di corte. Un modello  che è una meta per molti, un modello positivo per tutti. La Vergine si "umanizza" indossando i panni della regalità terrena. Un procedimento riduttivo rispetto all'immaterialità iconica, ma modello di donna  forse più vicino ai popoli contemporanei e che, al contempo nobilitava le "donne" regali che potevano in qualche modo sovrapporsi alla divina regalità.

Questo modello, in pittura, appare dunque in Italia agli inizi del XIV secolo e già presente nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Lo ritroveremo maestoso nella Madonna del polittico bolognese di Giotto ed è ripreso da Vitale, in modo altrettanto solenne nella "Madonna dei Denti", opera datata 1345. La Madonna indossa la glimpa anche nell'incoronazione di Budrio, che a mio avviso precede di circa un decennio la Madonna dei Denti, ma è già scomparso nel polittico di San Salvatore ove la Vergine indossa un abito nuovo nei decori, ed è priva della glimpa. Essendo quest'opera eseguita nel 1353, costituisce un buon termine per delimitare questa particolare "moda" femminile che appare agli inizi del secolo ed è già superata alla metà del secolo.

 
 
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