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Il piede, il nodo, il sottocoppa del calice che presentiamo sono ripartiti in un analogo numero di possibili lati suggeriti dagli angoli della lamina, tirata ai bordi per sottolineare questo movimento ascensionale destinanto a quietarsi solo nella coppa perfettamente circolare. Presentiamo per la prima volta quest'opera che possiamo attribuire all'argentiere ravennate Matteo Mordani grazie alla lettura del suo punzone costituito da una doppia M, iniziale del suo nome e cognome, attivo dal 1775 al 1792. A Russi e Savignano sono stati trovati suoi calici con il punzone associato ad un giglio inserito in una losanga, esattamente come appare sul nostro calice che credo vada datato negli anni 80 del XVIII secolo.
Analogo l'altro calice, anch'esso appartenente ad un orafo che opera a Ravenna: Matteo Ruberti.