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Distratti dalle troppe immagini che ci assediano, entrando in questa grande chiesa, i meglio informati potranno al più osservare la qualità dei dipinti presenti sugli altari e discutere sul nome dell'autore che ha dipinto la particolare storia sacra, non sempre facilmente riconoscibile.
Questi altari, esaminati singolarmente, non rivelano immediatamente la loro storia che non è solo storia di artisti e di committenti. È storia della vita di questa Chiesa della quale leggiamo un particolare capitolo che si dipana soprattutto nel corso di due secoli: il XVI e il XVII. Prima, c'è un'altra lunga ed affascinate vitalità che emerge qua e là a tratti. Dopo, altri singolari segni, privi però dell'unità che rivestono questi centralissimi secoli.
Solo apparentemente del resto le cappelle che fiancheggiano l'unica grande navata mostrano la loro storia. Oggi sono per lo più freddi espositori d'opere d'arte. Certo molto meglio un dipinto posto sul proprio altare che sulle asettiche pareti di una Pinacoteca. Ciò nonostante, per cogliere la ricchezza di questa storia, passeggiando per questa Chiesa, meglio se da soli, dobbiamo immaginare la presenza discreta di una comunità cristiana che si fermava davanti a questi altari.
Privilegiava questa o quell'altra mensa eucaristica perché posta sotto la protezione di un Santo a cui si era particolarmente legati. Oggi possiamo cogliere l'ultimo di questi segni nell'altare di Santa Rita, presso il quale spesso sostano delle persone in raccoglimento.
Presso gli altari poi la comunità conventuale, certo più ricca di sacerdoti, celebrava giornalmente il Sacrificio Eucaristico e pertanto le mense erano addobbate con le tovaglie d'altare, mute di candelieri in legno argentato e dorato e -
E per ogni dove abbondanza di candele accese che con le loro fiammelle sono state causa di tanti incendi e con i loro fumi dell'annerimento della stragrande maggioranza dei nostri dipinti e delle pareti delle chiese.
Tutto questo lo ricordo senza nostalgia, ma solo per introdurre l'argomento che tratteremo e per provare a contestualizzare lo spazio occupato dall'arredo sacro.
La particolare Chiesa viveva una sua specificità, era chiesa nella Chiesa: il carisma agostiniano era declamato dalla liturgia e perennemente presentato attraverso una sapiente scelta dei soggetti da rappresentare sugli altari. Partecipa di questa Koinè anche la sopravvissuta argenteria sacra che, come vedremo, porta sbalzati sugli eleganti scudi di pissidi, calici e reliquiari le immagini di Santi Agostiniani. Un modo per testimoniare intanto che questi argenti sono stati espressamente eseguiti per questa chiesa la quale, anche davanti alla realtà più significativa della liturgia, la celebrazione eucaristica, si affida alla protezione dei suoi Santi e celebra con essi i sacri misteri.