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Questa trasformazione è perfettamente seguibile anche su un gruppo di calici custoditi in San Giacomo che si datano a partire dai primi decenni del XVII secolo. Non sempre datati, possiamo però cogliere le variazioni di stile che corrispondo anche ad una progressione cronologica. Un primo elemento da considerare è il nodo a pigna e il piede circolare. Il calice con incisi sul sottocoppa tre Santi agostiniani che esamineremo affrontando i temi dell'iconografia, si contraddistingue per il piede circolare e il nodo a pigna, realizzato in una lamina lucidata a specchio e sormontata da palmette incise che troviamo anche sul piede. Gli ovali che racchiudono i tre santi agostiniani nel sottocoppa del calice richiamano questa ricerca di perfezione stilistica che ruota attorno al tema della sfera. Fanno da contrappunto, sul sottocoppa, i tralci floreali e gli intagli geometrici che fiancheggiano e legano i tre scudi con le figure dei Santi. Il calice, come molti degli altri che esamineremo, è già stato studiato da Roversi (3), nel grande volume dedicato a San Giacomo, accostato ad un altro calice a questo simile, e ascritto alla prima metà del secolo XVII. Una datazione che io credo si possa restringere al primo decennio. Lo conferma una pisside, molto vicina stilisticamente al nostro calice, datata 1608. Un confronto che non era sfuggito a Roversi e che trova conferma, oltre che nell'analogo nodo anche per i motivi geometrici che suddividono i medaglioni sbalzati sul coperchio della pisside. Motivi analoghi agli altri che un abile ebanista intaglia nel legno negli armadi della sacrestia, datati 1640. Un accostamento che mi è utile per richiamare l'attenzione sul dialogo e la trasmissione dei modelli che caratterizza un'epoca e che fanno parte di un sapere comune che riguarda tanto l'orafo che l'ebanista o il ricamatore, senza parlare dei frescanti e decoratori.