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Confrontando i tre calici sarà possibile osservare le variati stilistiche all'interno di una apparente immobilità del modello che invece si avvia verso il nuovo secolo affinando le forme e preparandosi a sagomare con diversa "libertà" i nodi dei calici del secolo XVIII. Lo testimoniano, in San Giacomo, due calici privi di decorazioni. Credo di poter affermare che non c'è decorazione per poter meglio apprezzare il movimento continuo della lamina che dà mobilità alle forme come se l'oggetto fosse stato modellato nella morbida creta lavorata manualmente al tornio. Un parallelo solo apparentemente esagerato perché l'orafo ha tornito la lamina sull'incudine, dal cuscino di pece, con molta più abilità e precisione di chi poteva permettersi di correggere in qualsiasi momento la morbida e umida creta.