I santi Biagio e Onofrio, patroni della Compagnia "de' Battilana" e dei Tintori
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I santi Biagio e Onofrio
La bandinella con i Santi Biagio e Onofrio
identifica la Compagnia dei Battilana che rappresentava anche le compagnie dei Cartolari
e dei Tintori unite ai Battilana. Compagnie che, evidentemente, mantenevano una
loro identità attraverso i loro originari santi: sempre Biagio per i Cartolari
e Onofrio per i Tintori. La compagnia dei Battilana faceva festa alla chiesa di
san Biagio in strada santo Stefano ove “molti sono gli altari, ma poco da
considerare in essi per lo curioso di Pittura”, così l’icastico Malvasia[1].
Una notazione che fa intendere come i due santi ritratti sulla bandinella
costituissero se non una novità certamente un riferimento interessante per le
Arti interessate.
Anche
in questa bandinella, l’anonimo pittore che affianca il ricamatore caratterizza
le sue figure per il realismo dei corpi, che tocca punte di verismo
rappresentativo nelle mani di san Biagio che reggono il pastorale e “un pettine
con agocchie di ferro immanicato di legno” [2]
e nella forza con cui sant’Onofrio stringe e mostra il crocifisso. Per il resto
il pittore ripete uno schema compositivo già visto. Il piviale di san Biagio “copia”
quello indossato da san Petronio e sant’Eligio. Un modello e uno schema
compositivo, ripetuto per i tre santi vescovi che si differenziano per gli
oggetti che tengono tra le mani e che consentono la loro identificazione.
[1] Carlo
Cesare Malvasia, Le pitture di Bologna,
1686. Ristampa anastatica a cura di Andrea Emiliani, ed. Alfa Bologna, 1969
p.193 della ristampa e p. 284 del testo originario. La Chiesa non esiste più.
Dopo le soppressioni napoleoniche fu venduta dal Cardinale Oppizzoni dopo il
1806. Precedentemente la parrocchia era stata trasferita presso la chiesa della
Trinità, ove Emiliani identifica un’antica scultura del Santo, citata da
Malvasia nella chiesa di san Biagio. Ed è l’unico riferimento iconografico al Santo
in questa chiesa (cfr. Malvasia, op.cit. ed.
Alfa Bologna, 1969 p. 495 – 496 della ristampa
[2] Antonio Masini, Bologna
Perlustrata. Bologna, 1666 p. 223: La
Compagnia de’ Battilana fa la festa
del medesimo Santo, per esser suo Protettore. Hanno per impresa una scartaffa,
e un pettine con agocchie di ferro immanicato di legno.
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