il frontale del baldacchino della peste - baldacchino della peste

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il frontale del baldacchino della peste

il baldacchino della peste > Frontale
San Domenico
Arcangelo Michele
San Tommaso d'Aquino
San Giovanni Battista
San Girolamo e la Maddalena
Dal frontale del Baldacchino il messaggio cristiano della Salvezza
Dopo quattro anni, nel 1634, ripresa la vita quotidiana, riorganizzatesi le corporazioni delle Arti, restava forse in tanti il rimorso per essere stati tra quelli che erano scappati senza soccorrere i loro cari. Dolori indimenticabili che il passare del tempo, la ripresa del lavoro, poteva forse sopire, ma altresì ingigantire per il rimorso, i sensi di colpa che tutti custodivano per il solo fatto di essere vivi. La solenne incoronazione della Statua della Vergine del Rosario il 3 maggio del 1634 voleva anche essere un inno alla vita. Una preghiera alla Madre perché ancora una volta accompagnasse i suoi figli attraverso il Lete e l’Eunoè[1].  Un’incoronazione di rigenerazione dal male accompagnata da altri doni voluti dai cittadini e tra questi le Arti, certo tra le più colpite tanto negli interessi materiali che in quelli umani, che donano il baldacchino processionale adesso restaurato[2].
Sulle bandinelle sono ricamati e dipinti i Santi protettori delle Arti e la Vergine Annunciata. Sul lato anteriore però, prima dei santi protettori delle Arti, e prima dell’unica scena che richiama la storia della salvezza, i cinque riquadri probabilmente mostrano una via di perfezione annunciata dal Battista; caratterizzata dalla preghiera e dall’amore, nella bandinella che vede assieme i santi Gerolamo e Maria di Magda; affidata alla Giustizia misericordiosa di Dio rappresentata dalla bandinella con l’Arcangelo Michele fiancheggiato da due bandinelle con raffigurati i santi domenicani Domenico e Tommaso d’Aquino.


[1] i fiumi che scorrono nel paradiso terrestre visitati da Dante. Attraversando il primo si cancella la memoria del peccato mentre l’immersione nel secondo restituisce solo il ricordo del bene compiuto Divina Commedia, Purgatorio, canto XXVIII
[2] La peste avrà infatti scompaginato il commercio, fatto venir meno la domanda, ma l’officina è altresì un luogo di promiscuità, dove si lavora assieme e pertanto si è più esposti al contagio.


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