Da san Petronio, primo patrono di Bologna a sant'Andrea, patrono dei pescatori
il baldacchino della peste > Lato posteriore
Sant'Andrea protettore
della Compagnia de' Pescatori
I santi Biagio e Onofrio protettori dei
cartolari, battilana e Tintori
I santi Cosma e Damiano patroni di
medici, Cerusici, farmacisti
San Giacomo patrono della
Compagnia de’ Pellacani
San Petronio
I Santi sulle bandinelle del lato posteriore
Girando in senso orario attorno alle bandinelle, ci troveremo sul lato posteriore. La bandinella d’angolo, quella che tange san Bartolomeo, raffigura san Petronio. Accanto a Petronio san Giacomo con il caratteristico bastone del viandante, ricco di vivaci ombreggiature sulla veste e il mantello.
Masini[1] ricorda che il 25 luglio, festa di san Giacomo, la compagnia de Pellacani fà la Festa dell’Apostolo San Giacomo suo Protettore. Travagliata la vita della Compagnia dei Pellacani, conciatori di pelli con relativa macellazione degli animali.
La bandinella centrale rappresenta due figure che hanno posto qualche problema per la loro identificazione. La scatola per contenere pillole e preparati medicinali e le pinze nelle mani dei due personaggi, caratterizzano l’iconografia dei Santi Cosma e Damiano. A Bologna, come altrove, Cosma e Damiano sono i protettori “de’ dottori di Filosofia, e medicina”, ma anche e, forse, soprattutto riferimento in città per i Barbieri che, il 27 settembre, giorno della loro festa, andavano ancora ad onorare i loro santi patroni nella chiesa parrocchiale a loro dedicata in “Ponte di ferro” e officiata dai monaci camaldolesi. Nel XVII secolo, Il 27 settembre, giorno dei Santi Patroni, solo i Barbieri celebrano la loro festa nell’antica chiesa parrocchiale dei Santi, perché i medici vanno in Cattedrale.
Un’altra coppia di Santi, Biagio e Onofrio, sono ricamati e dipinti nella bandinella attigua ai medici “anàrgiri” testé presentati.
I tratti distintivi di questo anonimo pittore tornano anche in queste due figure che in origine si caratterizzavano, come gli altri santi, per il classico realismo dei corpi, che toccava punte di verismo rappresentativo nelle mani di san Biagio che reggono il pastorale e “un pettine con agocchie di ferro immanicato di legno” [2] e nella forza con cui sant’Onofrio stringe e mostra il crocifisso. San Biagio, a Bologna, è il patrono dei Battilana i quali al tempo della peste avevano assorbito, al loro interno, la Compagnia dei Cartolari e quella dei Tintori, riunite assieme dal 1586[3]. Anche i Cartolari avevano come patrono san Biagio. La Compagnia “de’ Tintori” aveva a patrono Sant’Onofrio che venerava nella chiesa del Santo posta “nella strada Mascarella”[4]. La bandinella con i Santi Biagio e Onofrio identifica la Compagnia dei Battilana al cui interno le assorbite altre compagnie, evidentemente mantenevano una loro identità attraverso i loro originari santi: sempre Biagio per i Cartolari e Onofrio per i Tintori.
L’ultima delle bandinelle sul lato posteriore, raffigura sant’Andrea Apostolo protettore della “compagnia de’ pescatori”.
La Bandinella con sant’Andrea chiude il lato posteriore e, procedendo in senso orario, incontra la prima delle bandinelle del fianco destro del baldacchino che raffigura due santi che tengono in mano degli strumenti che caratterizzano il lavoro dei muratori.
[1] Antonio Masini, Bologna Perlustrata. Bologna, 1666, pag. 392: 25 luglio. La Compagnia de’ Pellacani fà la Festa dell’Apostolo San Giacomo suo Protettore, e risiede nella via de’ Pellacani. Fanno per impresa un Cane rampante. Nella Città sono otto Pellacanarie, oltre quella della Compagnia de’ Macellari, e conciano ogn’anno 20 milla pelle di bestie grosse, che dentro la Città s’ammazzano, oltre maggior numero, che vengono del Territorio, e Città circonvicine, tutte per far corami grossi, e suatteri. Ringrazio il prof. Giovanni Paltrinieri che ha recuperato questa informazione su mia richiesta.
[2] Antonio Masini, Bologna Perlustrata. Bologna, 1666 p. 223: La Compagnia de’ Battilana fa la festa del medesimo Santo, per esser suo Protettore. Hanno per impresa una scartaffa, e un pettine con agocchie di ferro immanicato di legno.
[3] Antonio Masini, Bologna Perlustrata. Bologna, 1666 p. 222 - 223: 3 febbraio: S. Biagio Vescovo, e Martire, festa alla sua Chiesa Parochiale in strà Stefano, dove si conserva Reliquia nobile di detto Santo, e si baciano le Catenelle, con le quali si disciplinava. La Compagnia de’ Cartolari fa del Protettor suo S. Biagio la festa, e visita con offerta la sua Chiesa. Questi conciano, e fanno bianche le pelli de’ Vitelli, Pecore, Capretti e altri animali, fanno per impresa una pelle (p.223:) tirata dentro un circolo. Questa Compagnia per partito del Senato li 20 dicembre 1586 fu unita con quella de’ Tentori.
[4] Antonio Masini, Bologna Perlustrata. Bologna, 1666 p. 344: La Compagnia de’ Tentori fa festa di S. Onofrio lor protettore, e vanno ad offerire alla suddetta Chiesa di S. Onofrio nella strada Mascarella. Fanno per impresa un paio di bilancie sopra un’horologio da polve, e tre sbarre, nel mezzo delle quali è un palio con tre gigli, uno sopra dell’altro. Questa compagnia per partito del Senato sotto li 20 decembre 1586 fu unita con quella de’ Cartolari. La chiesa del Santo sorgeva accanto alla chiesa di S. Maria alla Mascarella (cfr. Malvasia, le pitture di Bologna, op, cit, p. 68), molto danneggiata durante i bombardamenti dell’ultima guerra. Una moderna indagine sull’oratorio annesso alla chiesa in: Giovanni Paltrinieri – Loris Rabiti, La chiesa parrocchiale di Santa Maria e San Domenico della Mascarella in Bologna, Bologna 2013 pp.95 - 110