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Personaggi dell'Antico testamento
Giacobbe occupa il centro di questa scena. Dopo le tre eroine ecco il Patriarca raffigurato in atteggiamento analogo alla figura del Giaquinto nella Cattedrale di Cesena. La scena è però del tutto innovata e occorrerà seguire la dinamica del testo biblico per provare a dare un nome e un significato alle figure rappresentate. Tutto il gruppo è visto come un’apparizione tra morbide nubi. Alla destra di Giacobbe un’altra figura maschile dall’aspetto giovanile e alla sua sinistra due donne e un bambino. Potrebbero essere le due sorelle
e sue mogli, Lia e Rachele. Tra queste primeggia la prima figura che tiene a se un fanciullo in piedi. Dovrebbe essere Rachele con Beniamino, il fanciullo per la cui nascita sacrifica la propria vita. Il ragazzo alla destra di Giacobbe,
a questo punto, non può che essere il primo figlio di Rachele: Giuseppe. Se questa è la lettura è evidente che la rappresentazione, sia pure introdotta da Giacobbe, ruota attorno a Rachele, mentre Lia, pure madre di molti figli
di Giacobbe, sfuma tra le nuvole. Rachele che è vista da Geremia quale madre di tutto il popolo di Israele (1), è donna amata da Giacobbe. Un amore che lo costringe a lavorare quattordici anni per il suo riscatto
e, a differenza dei tanti matrimoni “contrattati”, è storia d’amore tra due giovani che si incontrano e si amano. Ma Rachele è sterile, a differenza
di Lia, prima moglie di Giacobbe, avuta con l’inganno, che gli dona molti figli. E Rachele vive nell’attesa del dono della maternità e alla fine sarà madre di Giuseppe e poi muore partorendo il secondo figlio: Beniamino. Una “maternità dolorosa” simile a quella di Maria, l’Assunta. Così come simile a Maria è la sua riconosciuta maternità del popolo d’Israele, ricordata da Geremia.
Anche quella della Vergine sarà maternità non solo del Cristo, ma di tutta la Chiesa. Per Lia la maternità è naturale, per Rachele è un dono cercato e faticoso. Il dipinto, se è giusta la lettura proposta, è quasi una visione che mette in risalto la maternità di Rachele, ancora “viva” con stretto a se il vispo Beniamino. Nuovamente l’attenzione si sposta dal personaggio in primo piano ad una donna che introduce il mistero della Vita. Uno schema che
tornerà a rivivere nel riquadro successivo con raffigurato il “sacrificio di Isacco”.
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