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Habacuc è l’altro Profeta dipinto sul pilastro, a cui è sovrapposta la Prudenza. Anche in questo caso i versetti che ne richiamano il libro, sono versetti di giubilo posti alla fine del breve componimento poetico: “esulterò in Dio mio Salvatore (3, 18)” e “sei uscito per salvare il tuo popolo (3, 13)”. Il Signore interviene per por fine alle ingiustizie dei popoli che opprimono Israele.
Il primo capitolo del libro è una discussione tra il Signore ed il Profeta che è perturbato dal vedere i cattivi apparentemente prosperare. Nel secondo capitolo il Signore gli raccomanda di essere paziente; infatti i giusti devono imparare a vivere conformemente alla fede. Il capitolo terzo contiene la preghiera di Abacuc nella quale egli riconosce la giustizia di Dio. Perla del libro un ordine del Signore che è un invito ad essere Prudente nel giudicare gli avvenimenti: Il Signore rispose e mi disse: “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà”. Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede. (1)
Interessante l’invito ad attendere, ad essere Prudente come ricorda la virtù che lo sovrasta, che dispone l’intelletto all’analisi accorta e circostanziata del mondo reale circostante e esorta la ragione a discernere in ogni circostanza il nostro vero bene, scegliendo i mezzi adeguati per compierlo (2).