1 - Abacuc 2, 2-4.
2 - Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1806.
3 - Cesare Ripa, op. cit. la descrizione del Ripa è in verità più complessa ed è stata semplificata togliendo, forse perché non comprese, le “due facce” della virtù. Secondo Ripa infatti la Prudenza è una “Donna, con due faccie, e, che si specchi tenendo un Serpe avvolto ad un braccio. Le due Faccie significano, che la Prudenza è una cognizione vera, e certa, la quale ordina ciò che si deve fare, e nasce dalla consideratione delle cose passate, e delle future insieme. L’eccellenza di questa virtù è tanto importante, che per essa si rammentano le cose passate, si ordinano le presenti, e si prevedono le future. Onde l’uomo, che n’è senza non sà racquistare quello, che ha perduto, nè conservare quello, che possiede, nè cercare quello che
aspetta. Lo Specchiarsi significa la cognizione di se medesimo, non potendo alcuno regolare le sue attioni, se i proprij difetti non conosce. Il Serpe quando è combattuto oppone tutto il corpo alle percosse, armandosi la testa con molti giri, e ci dà ad intendere, che per la virtù, che è quasi il nostro capo, e la nostra perfettione,
debbiamo opporre a’ colpi di Fortuna, tutte l’altre nostre cose, quantunque care, e questa è la vera prudenza. Però si dice nella Sacra Scrittura: Estote prudentes sicut Serpentes.”